La storia di Vittorio.... PDF Stampa E-mail

Vittorio Lombardi… Un po’ di me

Articolo da Carolina Tocci

Mi piace pensare che la mia vita sia iniziata quando la musica ha bussato alla mia porta. E questo accadde nel dicembre del 1960. Per Natale mia mamma mi regalò la prima chitarra. E così iniziai a strimpellare, spesso e volentieri marinando la scuola e andando a suonare con gli amici a Villa Borghese . Erano i tempi in cui impazzava il Rock and roll e io, da seguace di questo genere di musica quale ero, avevo il sogno, nemmeno poi tanto segreto, di mettere su un gruppo. Sperimentai varie formazioni e mi feci le ossa suonando nelle piazze. Poi passai al professionismo, dalle piazze ai locali di prima categoria.

Mi sono trovato a dividere il palco con i più grandi nomi della musica di quegli anni, da Peppino di Capri a Fred Bongusto, a Bruno Martino. Poi fu la volta del mitico Piper. Suonavo con un gruppo, i Boom 67, con cui ho aperto concerti di gruppi internazionali anche molto importanti. Dai Pink Floyd ai Procol Harum. Sempre al Piper e sempre con i Boom 67, mi trovai a girare la pubblicità della Lambretta che fu trasmessa da Carosello. Dirlo oggi fa sorridere, ma allora Carosello era un po’ come dire Domenica In, anche qualcosa di più. Avevamo raggiunto una certa popolarità, la gente in strada iniziava a riconoscerci, e noi a raccogliere il successo che arrivava. Lasciai i Boom 67 e misi su un’orchestra che portava il mio nome, Orchestra Vittorio Lombardi e iniziai così ad incidere qualche disco, fra cui il più celebre è certamente Io so’ Nerone.

L’ispirazione mi arrivava da tutto ciò che mi circondava, sicuramente mi è servito molto viaggiare, ho girato in tutto il mondo, e quando tornavo avevo sempre qualcosa in più da inserire nei miei pezzi e da voler raccontare al mio pubblico. Una delle tappe più importanti della mia vita è stato sicuramente l’incontro con Sandro Ciotti, è anche grazie a lui se potete leggere di me su questo sito. Devo molto a quell’incontro fortuito con Ciotti e a quella registrazione di Campo Testaccio fatta così, senza pensarci troppo su.

 

Ora si sente alla radio e molte trasmissioni sportive ne parlano; è come se questo brano stesse vivendo una seconda giovinezza. Ultimamente poi ho avuto il piacere di conoscere la signora Maria Sensi, in occasione di una messa in memoria del Presidente Sensi, recentemente scomparso. L’ho omaggiata del mio CD e, come la maggior parte delle persone, anche lei conosceva benissimo la canzone, ma non aveva idea di chi la cantasse. Mi ha detto: “Appena arrivo a casa mi riascolto questo brano molto più volentieri, dato che ora so chi ne è l’interprete”. Sono soddisfazioni anche queste, soprattutto perché vissute nella duplice veste di artista e di tifoso.

 

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